Si è chiusa con un omaggio all’amministrazione comunale di Stazzema la mostra di Claudio Amadei al palazzo della Cultura a Cardoso. L’artista ha regalato ai comunali un quadro, da lui dipinto durante l’esposizione “Le memorie del futuro”, raffigurante Cardoso. «E’ stato un successo di presenze ed apprezzamenti dalla critica - afferma Piero Garibaldi, il curatore - dall’inaugurazione ai vari incontri e tavole rotonde intra-mostra, sino alla chiusura, che ha visto la partecipazione di più di cento persone».
Questa mostra ha rappresentato un altro importante tassello nel lungo e proficuo percorso del pittore; bolzanino di origine, versiliese per scelta. Un’esposizione suddivisa in due parti: «L’”io-artista” emerge nella prima sala, al piano terra – secondo quanto afferma Amadei – al primo piano, invece, si esplora l’”io-pittore”. Sono due cose molto distinte. Si è artisti, infatti, quando si racconta sé stessi, ci si spoglia per far emergere il proprio pensiero, la propria visione del mondo, la stessa personalità che ci identifica. Si è pittori, invece, quando si sa ben amalgamare tecnica e stile, ritraendo la realtà, senza aggiungere altro».
E’ surrealista Amadei quando si racconta. Allora si possono ammirare quadri ad olio su tela e compensato che alternano colori caldi a colori freddi, talvolta mescolati assieme, talvolta ben distinti. Il rosso spicca sullo sfondo blu ed azzurro. «Quando ero piccolo, mio fratello fu vittima di un incidente. Venne investito da un carro. Ricordo ancora quell’episodio con questa immagine: un telo bianco con cui veniva fermato il sangue che gli usciva dalla testa. Un’immagine truce, ma indelebile, nella mia memoria», ricorda il pittore, che racconta di dipingere ascoltando gli “AC-DC” e gli “Iron Maiden” ed i “Pink Floyd”. Tra gotico e surrealismo, quindi, emerge l’inconscio di Amadei che, da autodidatta, già dall’età di 25 anni ricevette importanti riconoscimenti locali e nazionali.
Paesaggi e scorci dell’Alta Versilia dove Amadei è cresciuto sono, invece, raffigurati nella seconda sala da lui allestita. Case; passi; sentieri; uomini e cani a passeggio: i temi di questa ultima parte. Il pittore ha ancora un sogno nel cassetto: allestire una mostra sulle mulattiere; un tema così poco tenuto in considerazione in Versilia, secondo lui.
Il consiglio, invece, che darebbe ad un giovane artista è quello di studiare, oltre ad esercitarsi. «Oggi, il mondo dell’arte pullula di personaggi contemporanei, ma, ormai, chi è più un vero artista? Il concetto è diventato così labile – afferma il pittore – il grave errore che si compie è quello, infatti, di pensare che il vero pittore o scultore sia bravo nell’improvvisazione. Non è così. Il vero artista è bravo se trasmette emozioni e sentimenti con buona tecnica e studio».
Chiara Buratti