Si è spenta nella sua amata villa Rossi (di Gattaiola) Francesca Duranti, una delle figure più amate e rappresentative della cultura lucchese e della narrativa italiana contemporanea. Francesca era figlia di Paolo Rossi, importante giurista italiano, che fu anche membro dell'Assemblea Costituente e della Commissione per la Costituzione. La scrittrice aveva ereditato dal padre una caratteristica importante: l’amore per le parole e per il pensiero libero, qualità che hanno attraversato tutta la sua produzione letteraria.
Autrice di numerosi romanzi di successo – tradotti in molte lingue e apprezzati anche all’estero – Francesca Duranti ha saputo costruire, libro dopo libro, un universo narrativo in cui si fondono eleganza di stile, profondità psicologica e un raffinato senso del tempo. Le sue protagoniste, spesso complesse e sospese tra coraggio e fragilità, hanno saputo parlare a generazioni diverse, diventando simboli di libertà interiore e di autenticità.
Tra le sue opere più note si ricordano La bambina (1976), La casa sul lago della luna (1984, Premio Bagutta e finalista Premio Strega), "Piazza mia bella piazza" (1978), "Lieto fine" (Rizzoli, 1987), "Effetti personali" (Rizzoli, 1988, Premio Campiello e Premio Hemingway), "Ultima stesura" (Rizzoli, 1991), "Progetto Burlamacchi" (Rizzoli, 1994), "Sogni mancini" (Rizzoli, 1996) e "L'ultimo viaggio della Canaria" (Marsilio, 2003). Con quest'ultimo vinse per la seconda volta il Premio Rapallo-Carige.
Francesca Duranti era anche una bella donna, ma di una bellezza non convenzionale: un fascino profondo, fatto di intelligenza, sensibilità e carattere. Aveva occhi azzurri, intensi, che sapevano guardare oltre le apparenze, con uno sguardo capace di unire dolcezza e ironia, comprensione e acume critico. In ogni conversazione, anche la più informale, emergeva la sua straordinaria capacità di guidare il dialogo, di trasformare una semplice chiacchierata in un incontro vero.
Per alcuni anni Francesca aveva vissuto negli Stati Uniti, dove divenne molto popolare grazie alla traduzione dei suoi romanzi e dove strinse amicizia con importanti autori americani del suo tempo. Di quell’esperienza americana conservava un ricordo intenso: la libertà di pensiero, la vivacità dei circoli letterari, la possibilità di confrontarsi senza barriere con altre culture.
Nel 1988, insieme con Antonio Dini, Marina Rossi e Daniela Marcheschi, aveva fondato a Lucca la “Società dei Lettori”, associazione culturale e premio letterario che, nel tempo, è divenuta un punto di riferimento nazionale per la promozione della lettura e la scoperta di nuovi talenti. La Società dei Lettori, oggi guidata dal presidente Marco Giuseppe Ciaurro, continua a rappresentare uno dei lasciti più significativi della sua visione culturale: unire le persone attraverso i libri, creare ponti tra autori e lettori, coltivare la curiosità e la passione per la parola scritta.
Negli ultimi anni, a causa del progressivo peggioramento delle sue condizioni di salute, Francesca Duranti si era gradatamente ritirata dalla vita pubblica, mantenendo tuttavia un intenso dialogo epistolare con amici e colleghi.
La notizia della sua scomparsa ha suscitato profonda commozione in tutta Italia. I principali quotidiani nazionali – dal Corriere della Sera a La Stampa, da La Repubblica a Il Secolo XIX, fino a La Nazione e Il Tirreno – le hanno dedicato ampi servizi, ricordandone il talento, la sensibilità e l’impegno civile. Sui social e sui siti culturali si sono moltiplicati i messaggi di cordoglio, testimonianza di un affetto diffuso e sincero. Alla famiglia sono giunti migliaia di messaggi di stima e di vicinanza, non solo dall’Italia ma anche dagli Stati Uniti e da numerosi altri Paesi, dove le sue opere avevano trovato lettori entusiasti.
Con Francesca Duranti scompare una grande scrittrice, ma resta intatta la sua voce limpida, la sua coerenza morale e la sua capacità di raccontare la vita con verità e grazia. La sua villa di Gattaiola, immersa nel silenzio delle colline lucchesi, continuerà a custodire il ricordo di una donna che ha saputo unire cultura, eleganza e umanità, lasciando un segno profondo nella letteratura e nel cuore di chi l’ha conosciuta.
