Antonio Gnecchi Ruscone, milanese di nascita, scultore ed ex ballerino, ideatore oltre che produttore di spettacoli e conosciuto nel panorama internazionale per le sue capacità imprenditoriali e come agente teatrale, è recentemente venuto a Lucca con una delle sue creazioni, AEROS, spettacolo che abbiamo avuto l’onore di vedere recentemente al Teatro del Giglio e di goderne, nonostante i suoi venti anni, la straordinaria attualità.
Abbiamo intervistato Gnecchi Ruscone in teatro, appena prima che iniziasse la serata conclusiva di quest'ultima tournée, per farci raccontare, proprio dal suo ideatore, come nacque Aeros e come proseguirà - se un’evoluzione ci sarà - ma anche per parlare della sua attività di sculture e di altro...
Sig. Gnecchi Ruscone, per lei la danza è l’elemento onnipresente. Qual è il suo primo ricordo legato a questa arte?
Ho conosciuto la danza al Festival di Nervi, all’età di 17 anni; ricordo che nel vedere i ballerini pensai: “Voglio fare questo!” e rammento anche che quando rivelai la cosa in famiglia accadde di tutto. Ma ero convinto, e l’ho fatto. E’ stato fondamentale per me ballare, fare tre anni intensi di preparazione per poi riuscire ad esibirmi ben sette anni da professionista, in gran parte nella Compagnia di Carla Fracci. E fu proprio ballando che mi resi conto di avere in mente altre cose, non era ben chiaro quali… ma sarei arrivato a capirlo dopo poco. Infatti durante una delle ultime trasmissioni televisive in cui la danza è stata protagonista, e precisamente a Locarno, decisi di intraprendere il percorso come assistente di produzione, professione che mi consentì di lavorare in Svizzera e nel resto del mondo.
A 27 anni ero pronto ad una svolta e decisi di aprire la mia agenzia di spettacolo specializzata in danza, musica e teatro, la Agr Associati.
Lei è anche scultore. Dalle sue opere risaltano elementi quali la leggerezza e l’armonia e, naturalmente, l’elemento danza.
Sì, faccio sculture e disegno… soprattutto di notte. Adopero molto il bronzo poiché nel milanese ci sono ottime fonderie e io in casa ho uno studio dove creo le mie opere. Prima realizzavo quasi esclusivamente ballerini, mentre adesso riproduco il movimento estremo: salti, cadute, posizioni, ma ancora particolari di mano, faccia e tutto ciò che ha come fulcro il movimento e il corpo, soprattutto quello femminile che poi è quello che preferisco.
Parliamo di Aeros. Come è nato questo progetto e qual è il segreto che da oltre vent’anni lo rende interessante e sempre attuale?
Eravamo alla fine degli anni Novanta quando ebbi l’idea di utilizzare sportivi per uno spettacolo teatrale. L’originalità consisteva nell’accostare coreografi di balletto come Moses Pendleton, Daniel Ezralow e David Parsons a ginnasti professionisti. Un progetto di non semplice realizzazione; sia Moses (ideatore di Momix) che Daniel, con i quali lavoravo da molti anni, mi dissero che l’idea era folle e cercare tra i ginnasti di Federazioni, il cui obiettivo è quello di conquistare ori, dei protagonisti di spettacoli teatrali… risultava ancora più folle! Ma ci riuscii. Mi rivolsi alla pluripremiata Federazione Rumena di Ginnastica Artistica, Aerobica e Ritmica dove dopo una prima audizione potei scegliere tra campioni olimpionici di ginnastica artistica maschile e femminile e di ginnastica ritmica.
Un gruppo iniziale di 16 ginnasti che in questi 20 anni si sono avvicendati uno all’altro, migliorando sensibilmente come presenza scenica e tempistica teatrale.
Ricorda il debutto di Aeros?
Lo ricordo bene. La primissima di Aeros è stata in Alaska a Fairbanks, davanti ad un pubblico eterogeneo, mentre la prima ufficiale è stata a Los Angeles dove è stato accolto molto bene, anche perché una novità. I tre coreografi da me scelti (Pendleton, Ezralow e Parsons), che inizialmente avevano lavorato separatamente, riuscirono nell’impresa di dare una forma completa ad un vocabolario limitato, conferendo allo spettacolo carattere di unicità e armonia.
Dopo 20 anni Aeros è ancora in scena, un bel successo…
Avevo deciso di mettere tutto in un baule dopo il Capodanno 2007/2008, al termine dello spettacolo di Roma. Poi, dopo essere stato sollecitato più volte a riproporre Aeros, con tanti dubbi ho ceduto alla tentazione di partire con una nuova tournée e sono contento. Aeros è, ancora oggi, attuale, uno spettacolo bello da guardare, con un suo perché. Inoltre la tournée è andata bene, nonostante la crisi economica ruoti anche e soprattutto intorno al teatro e allo spettacolo in generale.
Dopo Aeros, qual'è il prossimo obiettivo?
Aeros 2.0. Vorrei creare una storia.
Mi spiego meglio. Tutti gli spettacoli Aeros si compongono di micro pezzi in successione, uno dopo l’altro: alcuni rappresentano microstorie, altri sono astratti, altri ancora divertenti. Adesso si può iniziare a pensare ad un vocabolario molto più fornito, perché oggi questi ginnasti sono più pronti rispetto al passato e hanno, oltre alla capacità atletica, presenza scenica e tempistica teatrale. C’è stata una sorta di evoluzione coreografica e adesso la possibilità di fare il passo successivo è concreta.
Lei è anche un talent scout. Cosa vede nel domani per lo spettacolo…
Trovare il talento straordinario oggi è più difficile. Ci sono ragazzi che, giovanissim,i hanno già una tecnica elevata. Direi che più del talento, è l’idea quella da trovare oggi, dalla quale partire per mettere in scena spettacoli realmente nuovi.
Una breve impressione su Lucca?
Beh! Cosa devo dire.. orgoglioso di essere italiano...malgrado tutto!
Anna Lisa Del Carlo