Nel centenario della morte di Giacomo Puccini, avvenuta a Bruxelles il 29 novembre 1924, è facile prevedere, oltre a manifestazioni nazionali e mondiali, la pubblicazione di numerosi libri, articoli, indiscrezioni, foto, trasmissioni e così via – ogni settore avendo ritagliato, immaginiamo, un proprio spazio editoriale. “Puccini è un tale personaggio che ancora oggi continua ad ammaliare tante menti e infiammare tantissimi cuori. Uno dei primi volumi è GIACOMO PUCCINI – FAMILIARI, AMICI, AMORI di Giampiero Della Nina (ed. Tralerighe).
Dichiara l'autore – giornalista pubblicista, ha scritto anche libri di storia locale, romanzi e testi teatrali: “Ho inteso fare qualcosa di diverso, lasciare che Puccini parlasse di se stesso attraverso le sue lettere, a testimonianza della sua personalità; e inoltre consentire ai giornali di quei tempi, che lo criticarono e lo esaltarono, di aggiungere un tassello al mosaico di una vita artisticamente insuperabile, con relative contraddizioni”.
Scorrendo le pagine sembra di rivivere svariati momenti fondamentali dell'epoca, è come leggere alcune cronache, che si incastrano e a volte ritornano, sempre con stessa trama sullo sfondo. Della Nina, come un cronista a caccia di notizie, coglie poi l'occasione per ricordare o chiarire, per chi ancora non ne fosse a conoscenza, fatti personali e scene di vita pucciniana.
La storia della famiglia Puccini, una vera e propria dinastia di musicisti, non può che iniziare con la nascita di Jacopo, il 26 gennaio 1712 a Celle frazione di Pescaglia. E il lettore nelle prime sessanta pagine ha la possibilità di conoscere con notevole precisione i vari componenti, fino alle vicissitudini di metà secolo scorso e oltre. E' chiaro che, come in un film, le vicende poi si incrementano man mano che accresce la fama di Giacomo. Così, dopo i familiari, si passa a parlare dei numerosi amici anche territorialmente più vicini e di “colleghi” speciali (personaggi come Mascagni, Ponchielli, Catalani, Leoncavallo, Toscanini, perfino D'Annunzio e Giovanni Pascoli); infine degli amori, e qui traspare subito – in sintesi - la convinzione dell'autore: Puccini amava l'amore, Della Nina lo ha verificato attraverso un considerevole numero di missive con le varie protagoniste, spedite e ricevute.
Abbiamo accennato prima alle curiosità che l'autore ha seminato nel corso dell'opera. Fra le tante, ne citiamo tre: come la cospicua eredità (valutata una cinquantina di miliardi di lire) è finita in mani estranee; le cause delle rivalità professionali, con rotture e ricuciture, coi colleghi amici; capitolo amanti, infine, almeno di quelle che si conosce il nome (qui l'autore ha inserito Doria, giovane cameriera di casa Puccini, morta per suicidio – però spiega che fu solo amore filiale; e anzi rivela cosa era davvero accaduto).
Insomma, per concludere, un libro “diverso” come ammette lo stesso Della Nina, e anche per questo risulta stuzzicante.