L'Avvento a Lucca: con i fedeli prosegue
il dialogo settimanale di preti e diaconi
  dal 04 al 21 Dicembre 2020
LUCCA
L'Avvento a Lucca: con i fedeli prosegue<br>il dialogo settimanale di preti e diaconi

Preti e Diaconi della città di Lucca hanno iniziato nella prima domenica di Avvento una lettera settimanale, come ha spiegato il loro coordinatore don Lucio Malanca, offrendo così ai fedeli una presenza, il senso della visione cristiana, e quindi umana, dell'esistenza. Un dialogo per questo tempo dedicato alla speranza, e ogni volta verrà sottolineato un contenuto. Le prime riflessioni sono state queste.

“Siamo tutti sulla stessa barca” , e nessuno di noi sa cosa sia meglio fare in situazioni inedite e spiazzanti. Questa seconda ondata dell’epidemia ci trova più stanchi e anche un po’ arrabbiati, ma sappiamo che molto dipende dalla nostra responsabilità e dal nostro stile di vita. Il tempo di Avvento in preparazione al Natale, ci offre l’opportunità di riscoprire alcuni atteggiamenti fondamentali per vivere questa emergenza.

Il primo è la sobrietà. Non si può fare tutto come prima, ognuno bisogna che rinunci a qualcosa, senza aspettare sempre le disposizioni delle Istituzioni. Abbiamo bisogno di un’intelligenza civica, di sapersi autoregolamentare e fermarci prima che ce lo dicano. Stiamo imparando a volerci bene a distanza; perché l’amore è cosa del cuore, che accorcia le distanze quando sono necessarie per la salute e il bene di tutti, che sa rinunciare a beni che ci sembrano essenziali. “Per Natale non chiediamoci cosa comprare, ma cosa donare”, dice papa Francesco.

Il secondo è l’intimità. Siamo ritornati a vivere di più in famiglia, a relazioni non massificate, a rinunciare ad eventi. In questo clima possono crescere i beni interiori del silenzio, carico di domande e invocazioni, e dell’ascolto di parole strozzate dalla paura e dal dolore, ma anche di una “Parola altra” che tutte accoglie e a tutte dà una luce. Si impara così ad essere una Chiesa inclusiva, che parla diversi linguaggi espressivi attraverso i quali passa l’amore di Dio. E il primo è sempre l’accoglienza e il prendersi cura dei poveri, e la tutela dei più fragili.

Infine c’è un atteggiamento che ci viene dal Vangelo: la vigilanza. Il Signore venuto nel nascondimento tornerà nella gloria, ma ci chiede intanto di essere svegli ad ogni ora di questa notte che non sembra finire mai. Viene anche in questo tempo drammatico per scuoterci dal nostro torpore. Nella Bibbia c’è una figura che combatte col sonno dell’indifferenza e di consuetudini ormai svuotate di senso. È la sentinella che nella notte scruta l’orizzonte nell’attesa del “sole che non tramonta”, che nutre la nostra speranza.

La nostra Città ha bisogno di questo supplemento di fiducia, che può anche fare a meno di qualcosa per il bene di tutti. Il consumo fa girare il mercato, l’indebitamento lo rallenta, forse ci potrebbe essere un modo di pensare anche alla nostra economia che ci viene insegnato da chi ha meno e vive lo stesso. Queste settimane potrebbero essere una palestra di essenzialità nella quale mi esercito a vivere con meno e a donare di cuore.

Il Signore Gesù, “Colui che viene” , ha rinunciato alle sue prerogative divine per seminare in noi il germe dell’eternità e darci la dignità di figli. La sentinella sa che la notte è avanzata e il giorno si avvicina per un popolo che non fa rumore, ma cresce in questa città ogni volta che decide di “aprire a chi sta alla porta e bussa”.