Da 200 anni riprende vita ogni anno lo storico presepe di Vallecchia
  dal 03 al 07 Gennaio 2017
Vallecchia (Pietrasanta)
Da 200 anni riprende vita ogni anno lo storico presepe di Vallecchia

Risalente ai primi dell’800, lo storico presepe di Vallecchia, nel comune di Pietrasanta, è ancora esposto nell’antica chiesa romanica nel centro del paese. Vanta ben tre secoli di vita il vecchio capolavoro, in parte ancora in fase di restauro. Proprio in aiuto di chi se ne sta occupando, al lato del presepe è apposta una scatolina per le beneficenze.
Erano gli inizi del 19esimo secolo quando a Vallecchia si erano appena dileguati gli oppressori napoleonici ed il paese era tutto in fermento. Così, la Confraternita “Nel Santo Nome di Gesù” propose la costruzione di un presepe in legno di dimensioni, a quel tempo, bibliche: intorno ai 70 centimetri di altezza. «Oltre alla voglia di rinascita, in paese la Chiesa aveva bisogno di rimpinguare le casse – racconta l’appassionato di storia, Ezio Marcucci – allora gli intagliatori della nota bottega “Orlandi”, di Vallecchia, si occuparono della costruzione del presepe». Fu un lavoro certosino, dato che l’opera si componeva di ben 18 pezzi, oltre ad un mucchio di pecore e ad un cane. Oggi manca la figura principale: il Bambin Gesù, trafugato da ignoti, e sostituito con altro di più recente fabbricazione.
In quel tempo, i personaggi maschili portavano un cappio rosso, come i componenti della Confraternita durante le processioni (soprannominati “Compagnia dei Rossi”), mentre le donne vestivano i classici abiti contadini versiliesi. Con il passare del tempo, ci si rese conto che il presepe aveva bisogno di un “restyling”. «Fu allora che intervennero i falegnami della bottega Cipriani di “Farnocchia” e la Confraternita del Santissimo Sacramento (la “Compagnia dei Bianchi”) – racconta Marcucci – aggiungendovi diversi elementi scenografici e rendendo il tutto ancora più teatrale e spettacolare». “La Capannella” veniva chiamato il capolavoro, data la somiglianza al noto presepe napoletano. Lì era tradizione passare il giorno di Santo Stefano, dopo aver visitato la fiera.
Ma, nel 1950, la sorella di Don Giulio, parroco della chiesa, decise di dare lustro ai vecchi manichini di legno sostituendone le antiche vesti con abiti più attuali. Ingenuamente buttò quei vecchi stracci sporchi, anche se, nella creazione dei nuovi vestiti ne rispettò forma e colori. Così prese vita l’attuale presepe oggi in esposizione all’interno della chiesa di Santo Stefano, visibile ogni volta che il luogo sacro è aperto al pubblico.

Chiara Buratti