Pia Pera ci ha lasciati, aveva scoperto la vita e la poesia dei giardini
  dal 01 al 30 Agosto 2016
Pia Pera ci ha lasciati, aveva scoperto la vita e la poesia dei giardini

E' successo il 26 luglio, in quel giardino reso famoso dai suoi libri. Pia Pera, la scrittrice che si era affermata parlando di giardinieri e di giardinaggio, è caduta all'improvviso, dopo tante sofferenze per la malattia che l'affliggeva da anni: la sclerosi laterale amiotrofica. Il suo ultimo libro ("Al giardino ancora non l'ho detto") aveva vinto recentemente il Premio Rapallo della Giuria. Lei aveva fatto in tempo a saperlo e a godersi questa soddisfazione. In redazione avevamo già preparato un pezzo, pronto per la pubblicazione, che parlava del suo ultimo libro. Lo pubblichiamo qui di seguito pensando che sia il miglior modo per ricordarla.

“Al giardino ancora non l'ho detto”
Ancora il tema giardino e giardiniere, ma con una riflessione in più sul senso della vita di fronte all’incombere della morte.
Figlia di Giuseppe Pera, importante giurista e professore emerito dell’ateneo pisano, e come lui legata alla campagna lucchese, Pia Pera era da molti anni scrittrice di testi che parlano di orti e giardini, almeno da quando nel suo primo “L’orto di un perdigiorno. Confessioni di un apprendista ortolano” ha raccontato la soddisfazione ricevuta dalla nuova vita in campagna fatta di lavoro e apprendistato nei campi. Un racconto che le è valsa la conquista di un nutrito numero di fan, amanti come lei della natura e del rapporto speciale con la terra che tutti in fondo abbiamo, anche se spesso ce ne dimentichiamo.
Traduttrice (dal russo) e scrittrice, oltre che paroliera per Gianna Nannini, Pia Pera ha fondato nel 2006 il portale “Ortidipace”, un progetto nato per esortare occasioni di gioia, convivialità e armonia e che oggi continua a dare i suoi risultati come strumento didattico per le scuole e per chiunque desideri realizzare giardini e orti… di pace, appunto.
“Al giardino ancora non l’ho detto” edito da Ponte alle Grazie è il suo ultimo libro. Un diario in cui si alternano forti emozioni e riflessioni intime a racconti di vita quotidiana e citazioni attraverso le quali al lettore viene raccontata la vita di fronte all’incombere consapevole della morte, causato da una malattia, la SLA, di cui la scrittrice è affetta da tempo. Il tema principale, ispirato da una poesia
di Emily Dickinson, è la triade giardiniere, morte e giardino, dove il ruolo del primo - dapprima agente e responsabile della salute delle piante - di fronte al secondo elemento in gioco - l’avvicinarsi della morte - si tramuta nel terzo: un giardino che deve essere curato, in quanto soggetto indifeso di fronte alle intemperie e al potere della natura contro la quale niente può, se non accettarne il bello e il brutto, liberandosi dall’egoismo e dalla presunzione di poterla avversare.

Un libro doloroso, ma che allo stesso tempo vanta il fatto di racchiudere un messaggio unico: l’invito a vivere la vita apprezzandone tutto e con la consapevolezza che “non importa quanto depauperata, questa vita è l’unica che abbiamo”.

Anna Lisa Del Carlo