Intervista a Cannavacciuolo. Lo Chef a Lucca per un corso di cucina
  23 Marzo 2016
Intervista a Cannavacciuolo. Lo Chef a Lucca per un corso di cucina

Antonino Cannavacciuolo, napoletano e precisamente di Vico Equense è uno degli chef più amati e apprezzati del momento. Il suo cammino in cucina è iniziato quando era solo un ragazzino e oggi dopo tanta strada, fatta di esperienze lavorative prestigiose nelle tri-stellate cucine francesi, ma anche italiane, è uno chef con due stelle Michelin e tre forchette del Gambero Rosso, gestisce Villa Crespi sul Lago D’Orta insieme alla moglie ed è uno dei volti più amati della TV.

Ha recentemente terminato la sua avventura a MasterChef ed è pronto per condurre nuovamente Cucine da Incubo-Italia (in onda in prima serata a fine marzo sul canale NOVE). Inoltre, ha appena pubblicato un libro dal titolo Il piatto forte è l’emozione (Einaudi Stile Libero), che racchiude tutta la sua filosofia, ovvero l’unione perfetta tra sud e nord, tra professione e vita affettiva, ma dove svela anche alcuni segreti della cucina e della ristorazione.

Di questo e di altro Cannavacciuolo parlerà il 23 marzo, quando sarà protagonista a Lucca dell’evento in San Romano (Corso organizzato da Formetica), un’opportunità per quanti vogliono godere dell’esperienza e della simpatia di questo grande artista.

Ma guardate quello che ci ha raccontato lo Chef e cosa pensa della nostra cucina lucchese….

Chef Cannavacciuolo, è stato faticoso arrivare a questo punto della sua carriera?
Sicuramente non è stato facile, mi sono dedicato anima e corpo al mio lavoro, ed i sacrifici non sono certo mancati.
Ma per me, arrivare a questo punto, ha significato prima di tutto seguire il mio istinto e impegnarmi con determinazione al raggiungimento di traguardi sempre nuovi non accontentandomi mai dei risultati raggiunti.

Quali sono, i tre ingredienti per ottenere successo in cucina?
Direi emozione, passione e costanza. Lavorare nella ristorazione vuol dire guardare sempre avanti e non abbattersi soprattutto di fronte alle difficoltà che, credetemi, sono tante.

Ci lascia un consiglio per chi ama cucinare in casa e uno per chi sogna di diventare chef?
Un consiglio che amo ripetere ai miei ragazzi, e che io a mia volta ho sentito tante volte da mio padre (anche lui era cuoco), è che per lavorare in cucina sia che sia quella di casa, sia che sia una cucina professionale, bisogna imparare a “sporcarsi le mani”.
Lavorare gli ingredienti e trasmettere attraverso le materie prime le nostre emozioni significa non aver paura di sporcarsi e scoprire anche con il tatto il meglio che i prodotti in lavorazione possono offrire.

Cucina del Sud - quella della sua infanzia - e cucina del nord - quella di adesso, a Villa Crespi - un connubio perfetto di sapori e di amore, visto che condivide vita professionale e lavorativa con sua moglie Cinzia. Da quando è bambino, quanto e come ha influito la famiglia nella sua scelta di diventare cuoco?
Posso dire con orgoglio che la mia famiglia ha trasmesso in me un fortissimo amore per la cucina, il cibo e la convivialità. Sono cresciuto in una casa ricca di prodotti e materie prime provenienti dall’orto, dai campi e del mare circostanti la nostra casa.
Pranzi, cene e festività in famiglia, hanno accompagnato molti momenti della mia infanzia che ricordo con il sapore di piatti della tradizione e la presenza delle persone più care.
Credo fortemente che non sarei potuto crescere con un così forte istinto per la cucina, se la mia infanzia fosse stata diversa.

Nella classifica dei migliori piatti regionali, quale mette al primo posto?
Visto che ci stiamo avvicinando alla Pasqua, come posso non menzionare la “Pastiera”, una torta della tradizione Campana alla quale sono particolarmente affezionato e il cui profumo mi rimanda al ricordo delle festività pasquali come le trascorrevo da bambino a Ticciano con la mia famiglia.

Conosce almeno un piatto Lucchese? Se la mandassi in dispensa a prendere gli ingredienti della Garmugia… cosa metterebbe nel suo cestino?
Conosco la cucina Lucchese e ne apprezzo particolarmente la zuppa di farro, soprattutto se arricchita con cotiche di prosciutto ed olio extra vergine.
…A proposito di primavera, in questo periodo dell’anno non potrei che scegliere tra gli ingredienti della Garmugia: carciofi, piselli, fave, asparagi: per un perfetto trionfo di freschezza.


Anna Lisa Del Carlo